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pescar merluzzi a mezzanotte, e dove  Ntoni andava a
ronzare, con Rocco Spatu, e Cinghialenta, ed altri ma-
larnesi, colla pipa in bocca, che le guardie le conosceva-
no ad una ad una quelle punte di fuoco delle pipe, men-
tre stavano appiattate fra gli scogli con le carabine in
mano.
 Comare Mena,  aveva detto don Michele un altra
volta passando dalla strada del Nero;  ditegli a vostro
fratello di non andarci di notte al Rotolo, con Rocco
Spatu e Cinghialenta.
Ma  Ntoni aveva fatto il sordo perché «ventre affama-
to non sente ragione»; e don Michele non gli faceva più
paura, dopo che si erano rotolati a pugni e a cazzotti sot-
to le panche all osteria; inoltre gli aveva promesso di
dargli il resto quando l incontrava, e non voleva passare
per canaglia e per spaccone agli occhi della Santuzza e
di tutti quelli che erano stati presenti alla minaccia.  Gli
ho detto che gli darò il rimanente dove l incontrerò; e se
l incontro al Rotolo glielo dò al Rotolo!  ripeteva coi
suoi amici, e ci avevano tirato anche il figlio della Locca.
Avevano passato la sera all osteria, a bere e schiamazza-
re, che la bettola è come un porto di mare, e la Santuzza
non avrebbe potuto mandarlo via, ora che ci aveva dei
soldi in tasca e li faceva ballare nella mano. Don Miche-
le era passato a far la ronda, ma Rocco Spatu, che sapeva
la legge, diceva sputacchiando:  Finché c è il lume sulla
porta abbiamo il diritto di star qua!  e si appoggiava al
muro per star meglio.  Ntoni Malavoglia se la godeva
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Giovanni Verga - I Malavoglia
anche a far sbadigliare la Santuzza, la quale dormicchia-
va dietro i bicchieri, colla testa posata su quei cuscini
che portavano la medaglia di Figlia di Maria.  E ci sta
sul morbido meglio che su un fascio d erba fresca!  di-
ceva  Ntoni, il quale aveva il vino chiacchierone; mentre
Rocco, pieno come una botte, non fiatava più, colle
spalle al muro.
Lo zio Santoro intanto a tastoni aveva ritirato il lume
e chiudeva la porta.  Ora andatevene che ho sonno;
disse la Santuzza.
 Io non ho mica sonno io! Massaro Filippo a me mi
lascia dormire la notte.
 A me non me ne importa se vi lascia dormire; ma
non voglio che mi prendano la multa per amor vostro, se
mi trovano l uscio aperto a quest ora.
 Chi ve la piglia la multa? quello sbirro di don Mi-
chele? Fatelo venire qui che gliela dò io la multa! ditegli
che c è qui  Ntoni Malavoglia, sangue della Madonna!
La Santuzza intanto lo aveva preso per le spalle e lo
spingeva fuori dell uscio.  Andate a dirglielo voi stesso;
e andate a cercarvi i guai fuori di qui. Io non ne voglio
chiacchiere colla polizia pei vostri begli occhi.
 Ntoni, vistosi cacciare in quel modo sulla strada, nel
fango, e coll acqua che veniva giù come Dio la mandava,
tirò fuori tanto di coltello, e giurava e sacramentava che
voleva pungerli tutti quanti, lei e don Michele! Cinghia-
lenta era il solo che stesse in sensi per tutti, e lo tirava
pel giubbone, e gli diceva:  Lascia stare per stasera!
Non lo sai quello che abbiamo da fare?
Al figlio della Locca allora gli venne una gran voglia
di mettersi a piangere, al buio.
 È ubbriaco, osservò Rocco Spatu, messo sotto la
gronda. Portatelo qui che gli farà bene.
 Ntoni, un po calmato dall acqua che gli pioveva dal-
la gronda, si lasciò condurre da compare Cinghialenta,
seguitando a sbuffare, mentre sguazzava nelle pozzan-
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ghere, e sacramentava che se incontrava don Michele
voleva dargli quello che gli aveva promesso. Tutt a un
tratto si trovò davvero naso a naso con don Michele, il
quale ronzava lì intorno anche lui; colla pistola sulla
pancia e i calzoni dentro gli stivali. Allora  Ntoni si
calmò di botto, e tutti e tre si allontanarono quatti quat-
ti, verso la bottega di Pizzuto. Arrivati dietro l uscio,
adesso che don Michele era ben lontano,  Ntoni volle a
forza che si fermassero per udire quello che diceva.
 Lo vedete dove andava don Michele? e la Santuzza
che diceva d aver sonno! Adesso come faranno se c è
tuttora massaro Filippo nella stalla?
 E tu lascia stare don Michele  disse Cinghialenta,
così ci lascerà andare pei fatti nostri.
 Voi altri siete tante canaglie! disse  Ntoni, che avete
paura di don Michele.
 Stasera sei ubbriaco! ma ti farei vedere se ho paura
di don Michele! Ora che ho venduto il mulo non voglio
che nessuno venga a vedere come mi guadagno il pane,
sangue di un cane!
Là si misero a cianciare a voce bassa a ridosso del mu-
ro, intanto che lo scroscio della pioggia copriva i loro di-
scorsi. Ad un tratto suonarono le ore, e tacquero tutti e
quattro per stare ad ascoltare.
 Entriamo da compare Pizzuto, disse Cinghialenta.
Egli è padrone di tenere la porta aperta sino che vuole, e
senza lume fuori.
 È scuro che non ci si vede! disse il figlio della Loc-
ca.
 Bisogna bere qualche cosa, col tempo che fa; rispo-
se Rocco Spatu. Se no ci romperemo il naso nella sciara.
Cinghialenta si mise a brontolare:  Come se andassi-
mo a giuocare! Ora vi farò dare dell acqua col limone da
mastro Vanni.
 Io non ho bisogno dell acqua col limone! saltò su
 Ntoni; e vedrete se il fatto mio lo saprò fare meglio di
voi altri!
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Compare Pizzuto non voleva aprire a quell ora, e ri-
spondeva che era in letto; ma siccome continuavano a
picchiare, e minacciavano di svegliare tutto il paese e di
far correre la guardia a mettere il naso nei fatti loro, si
fece dare la voce e venne ad aprire in mutande.
 Che siete pazzi a picchiare in questo modo? escla-
mava. Or ora ho visto passare don Michele.
 Sì, l abbiamo visto anche noi; adesso sta recitando il
rosario colla Santuzza.
 Che lo sai d onde viene don Michele? gli domandò
Pizzuto guardandolo negli occhi:  Ntoni fece una spalla-
ta; e Vanni mentre si faceva da parte per lasciarli entra-
re, ammiccò a Rocco e a Cinghialenta:
 È stato dalle Malavoglia, soffiò loro nell orecchio. 
L ho visto escire io!
 Buon prò, rispose Cinghialenta; ma bisognerebbe
dire a  Ntoni che raccomandi a sua sorella di trattenere
don Michele tutta la notte, quando abbiamo da fare&
 Che cosa volete da me? chiese  Ntoni colla lingua
grossa.
 Niente, non è affare per questa sera.
 Se non è affare per questa sera perché mi avete fatto
lasciar l osteria, che son tutto fradicio dalla pioggia? dis-
se Rocco Spatu.
 È un altro discorso che stavamo facendo con com-
pare Cinghialenta.
E Pizzuto aggiunse:
 Sì, è venuto l uomo dalla città, e ha detto che per
questa sera la roba è là, ma sarà un affare grosso sbarcar-
la con questo tempo.
 Tanto meglio; così nessuno ci vede a sbarcarla.
 Sì, ma le guardie hanno l orecchio fino; e badate
che m è parso di vederle ronzare qui davanti, e guardare
dentro la bottega.
Allora successe un momento di silenzio, e compare
Vanni, per finirla, andò a riempire tre bicchieri di erba-
bianca.
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Giovanni Verga - I Malavoglia
 Me ne impipo delle guardie! esclamò Rocco Spatu
dopo che ebbe bevuto.  Peggio per loro se vengono a [ Pobierz całość w formacie PDF ]
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